venerdì 4 marzo 2011

La Barilla e le merendine all’amianto

Eccoci qua, miei cari mabastini, con una nuova segnalazione da parte vostra. Ci state prendendo gusto vero?
Alzi la mano chi in vita sua non ha mai mangiato merendine del Mulino Bianco. Chi non ha mai buttato nell’acqua bollente la pasta Barilla. 
Beh, la Barilla ha uno stabilimento in Basilicata, a San Nicola di Melfi, di quasi 10 ettari, dove produce le famose Nastrine. Unica in Italia.
Peccato che quella fabbrica abbia ancora il tetto del 1987, fatto di eternit! Questo in barba alla legge 257 del 27 marzo 1992 che obbliga alla bonifica.
Come sapete l’eternit è altamente tossico, si sbriciola in microscopiche particelle che fluttuano nell’aria e vengono inalate provocando gravi danni al nostro corpo. Tumori e affezioni del tratto respiratorio possono insorgere anche dopo anni. I lavoratori della Barilla di Melfi sono quindi costantemente in un ambiente a rischio, e, tenendo conto che producono prodotti alimentari, anche i consumatori sono esposti al pericolo. 500 persone per un totale di 65 mila tonnellate annue di cibi. Il pulviscolo di amianto può depositarsi nei macchinari, negli impasti e quindi nelle merendine che al mattino l’Italia puccia nel latte.
Così, se domani  doveste svegliarvi con 4 orecchie e due pan di stelle al posto degli occhi, niente paura, è l’amianto.
Se vostro figlio dopo la merenda a base di cioccolata calda e saccotino diventa verde come Hulk, tranquilli, è solo il colore dell’eternit.
E se di notte vi capitasse di fare sogni erotici col piccolo mugnaio bianco o Clementina, eh beh lì siete solo maniaci! E che cavolo dai! Porcellini!
Comunque, che fare? Boicottare la Barilla e dire addio alle merendine? Oppure aspettare che la magistratura faccia il suo dovere ingozzandoci di dolcetti radioattivi?
E poi, sarà solo il Mulino Bianco a fare porcherie col cibo  o tutto quello che entra nella nostra bocca non è esattamente ciò che sembra?
Io, nel frattempo, vado a farmi un tè che è ora. Ma ci puccio il pane!

11 commenti:

  1. ..... ma sei sicura che il pane che mangi sia naturale? compralo almeno in un forno sicuro....tipo in campagna....dove ancora le cose si fanno alla vecchia maniera....

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  2. La tua visione è purtroppo ancora ottimistica...
    Dai una occhiata qui a proposito di cibi alterati (per usare un eufemismo):

    http://www.nanodiagnostics.it/CiboPulito.aspx

    e guarda cosa hanno scoperto con un microscopio elettronico a scansione ambientale equipaggiato con una microsonda a raggi x con cui è possibile analizzare la composizione chimica elementare di svariati campioni (tra cui gli alimenti).

    Anzi vai proprio sulla home page del sito :
    http://www.nanodiagnostics.it/Default.aspx
    e fatti una cultura.
    ...un po' alla volta però... capirai il perchè durante la lettura.

    Grande Stefano Montanari !

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  3. P.S.
    Per chi non lo sapesse:
    Per "nanopatologie", a cui mi riferisco col post precedente, s'intendono le malattie provocate da micro- e nanoparticelle inorganiche che sono riuscite, per inalazione od ingestione, ad insinuarsi nell’organismo e si sono stabilite in un organo o in un tessuto.

    Le particelle sono liberate naturalmente in atmosfera dai vulcani attivi, dagl’incendi, dall’erosione delle rocce, dalla sabbia sollevata dal vento, ecc. In genere, le particelle di queste provenienze sono piuttosto grossolane. Spesso più sottili e normalmente assai più numerose, sono le particelle originate dalle attività umane, soprattutto quelle che prevedono l’impiego di processi ad alta temperatura. Tra questi processi, il funzionamento dei motori a scoppio, dei cementifici, delle fonderie e degl’inceneritori.

    Voi mi direte che c'entra con gli alimenti:
    c'entra !
    E’ ragionevole pensare che la maggiore presenza d’inquinanti nel prodotto finito possa essere introdotta principalmente dai macchinari usati nei processi di lavorazione.

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  4. Buongiorno a tutti,

    vi informiamo che per rispondere sulla vicenda Melfi fornendo fatti concreti, abbiamo pubblicato già nei mesi scorsi un documento completo sul nostro sito.

    Ecco il link http://www.barillagroup.com/corporate/it/home/media/posizioni-aziendali/melfi.html

    Grazie

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  5. Grazie alla Barilla per il commento. La collaborazione è fondamentale per la corretta diffusione delle informazioni, è ciò che rende un paese democratico. Questo blog terrà aggiornati i propri lettori, in maniera totalmente imparziale, sugli sviluppi del caso Melfi, augurandoci massima trasparenza, da parte di tutti, nel riferire la realtà, senza filtri e manipolazioni. Mabasta sarà il primo nello sforzo. Grazie

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  6. da non credere.... nonostante tutto la Barilla è una ditta seria.....

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  7. Il Piccolo Mugnaio Bianco nel suo forno ha sempre lavorato all'asciutto. L'Eternit era/è il miglior coibentante per tetti mai prodotto dall'uomo. Poi è diventato cancerogeno. Sacrosanto rimuoverlo, ora però molti tetti fanno acqua, case, magazzini e negozi si allagano e l'umanità non muore più di asbestosi, muore d'altro, ha una rendita vitalizia e siede davanti al microscopio elettronico, ammirando finalmente nanoparticelle e virus in fase di alzata del dito medio. Come un Pan di Stelle di traverso in gola. Human Nature, m.

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  8. La Barilla nelle PR è avanti di brutto...lo so perché mi è capitato in passato di conoscere uno del settore... le merendine cmq non hanno una migliore qualità rispetto al passato... dovrebbero produrre una linea bio...ma bisogna fidarsi di tutto questo bio???

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  9. Ciao Jele, dato l'argomento trattato sicuramente ti interessa - se non lo hai già visto - questo interessantissimo documentario:

    http://sfrenzychannel.blogspot.com/2010/09/documentario-cibo-spa.html


    Ciao. :)

    LeNny

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  10. IL giornalista Gianni Lannes è stato a Caorso, nella più importante centrale nucleare e qui ha scoperto entrando di nascosto, senza autorizzazione, che il governo Berlusconi ha affidato lo smantellamento delle centrali nucleari alla ndrangheta, che sta dietro una società che si chiama Ecoge che ha sede a Genova. Questa società carica i rifiuti nucleari in dei container che da Caorso vanno a Genova e poi a La Spezia, in attesa di navi su cui caricarli e verranno affondate.

    La Stampa ha impedito a Lannes di pubblicare l'inchiesta e nessun altro giornale l'ha voluta questa inchiesta.

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  11. Ciao Michele, grazie per la segnalazione. essendo di Genova ho avuto i brividi. Mi informerò su questa Ecoge..se scopro qualcosa lo metterò sul blog. A presto

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