venerdì 29 giugno 2012

giornalismo berlusconiano

All'inizio pensavo fosse uno scherzo, una fotomontaggio di quelli che anche un bambino riesce a fare smanettando con photoshop. Ma purtroppo non è così, è davvero una pagina del Giornale quella che dice Ciao Ciao culona alla Merkel! Tutto per una partita di calcio. Io capisco l'entusiasmo, il gran gol di Balotelli, il fatto che i tedeschi ci stanno un po' sul gozzo e ci fanno girare lo spread....e so benissimo che tra le quattro mura di casa tutti gli italiani hanno detto ad Angela prenditi ste due pappine culona inchiavabile. Ma un conto è farlo a casa propria, con davanti la frittatona di cipolle, la familiare di Peroni e il rutto libero, un altro è scriverlo su un quotidiano nazionale. Fa ridere, davvero. Ma fa anche tanto piangere, perchè il giornalismo berlusconiano non è finito. O forse perchè ci si rende conto che in fondo il Berlusca le sparava grosse ma condivise da tanti. I nostri giocatori avevano la faccia stampata sui pomodori della pizza e campeggiavano da una margherita sui giornali tedeschi, indicando che la presa in giro andava un po' oltre il mero lato sportivo e voleva attaccare il nostro modo di essere. Fastidioso, senza dubbio. Ma la politica è un'altra cosa, gli attacchi personali inaccettabili. La Merkel dovrebbe querelare il giornale e mandarlo in fallimento, ma è troppo signora per farlo. L'Italia ha perso l'ennesima occasione di dimostrare all'Europa di non essere solo un paese di pizza, calcio e mandolino. Al contrario, ha confermato la nostra pochezza. Mi stupisce come il direttore del Giornale Sallusti abbia permesso al cosiddetto giornalista De Bellis di pubblicare un pezzo simile. Montanelli non lo avrebbe mai fatto. Ma Montanelli è morto. Ed anche il giornalismo italiano.

martedì 26 giugno 2012

Carpedeal in liquidazione



Ecco l'email ufficiale di carpedeal:
"Egregio Partner,
con la presente Le comunico che in data 11 giugno 2012 l'Assemblea dei Soci della società INNIT - Innovazione Italiana S.r.l. (proprietaria di CarpeDeal.it), preso atto dell'impossibilità di proseguire gli scopi sociali, ha deliberato lo scoglimento anticipato della società e la conseguente messa in liquidazione, nominando lo scrivente quale Liquidatore.
In ragione di quanto sopra, La informo che sto provvedendo - ed in tal senso ho necessità di un congruo periodo di tempo - ad un esame completo e definitivo della situazione debitoria della Società allo scopo di verificare la fattibilità di qualsiasi soluzione che possa consentire il migliore soddisfacimento per il ceto creditorio.
Nel frattempo a tutela della "par condicio" mi asterrò ovviamente dal compiere qualunque pagamento che possa essere lesivo di tale principio.
Restando a Sua disposizione, porgo distinti saluti."
Genova, 25 Giugno 2012





sabato 9 giugno 2012

Carpedeal, la truffa dei coupons

Carpedeal: la pagina che annuncia la truffa con parole gentili
Carpedeal ha chiuso. Molti italiani hanno comprato da loro un coupon per avere servizi, pranzi, cene, soggiorni con forti sconti ed altrettanti ne hanno usufruito.  I commercianti hanno incrementato il loro giro di clienti e gli acquirenti si sono goduti promozioni vantaggiose. Un vero e proprio  affare per tutti. Ma da Aprile la macchina dei coupons si è inceppata: i pagamenti agli esercenti che avevano fatto le offerte non sono più stati inviati. Niente bonifici, niente di niente, mentre i clienti continuavano ad usare gli sconti già pagati alla ditta che forniva il deal. Adesso sulla pagina ufficiale di Carpedeal compare una scritta quantomai offensiva: Ci sono Novità! Ma la vera novità non è che i deals su certe città come Genova sono stati interrotti, è che sono scappati con la cassa. I telefoni squillano a vuoto, le email tornano indietro, i numeri di contatto per i partners sono diventati fax. Insomma si sono dati alla macchia con in tasca i soldi dei deals già acquistati e pagati dai clienti, e quelli che avrebbero dovuto rimborsare agli esercenti per i coupons utilizzati. Si parla di centinaia di migliaia di euro, tenendo conto che la percentuale trattenuta su ogni affare concluso si aggirava intorno al 30% + iva. Una bella sommetta. Adesso chi è stato truffato dovrà fare causa alla Innit Innovazione Italiana, nella speranza di riuscire a recuperare i propri soldi, anche se con una dichiarazione di fallimento e il malloppo nascosto chissà dove saranno solo briciole quelle che rientreranno nei magri portafogli degli utenti. 
E così un'altra buona idea per far girare l'economia soccombe alla malafede ed alla truffa Made in Italy. Tutto ciò che è buono diventa merda in un paese che ormai cola a picco più in fretta della Costa Concordia e da cui, a fatica, riusciremo a metterci in salvo.

venerdì 1 giugno 2012

La Chiesa prega per i terremotati, ma non li aiuta

In Vaticano il terremoto non si sente. Hanno i pavimenti antisismici, antifame, antipovertà ed anche antifede. Loro non tremano, non si muovono e soprattutto non pagano. E del prossimo se ne fregano. Le pecorelle smarrite sotto le macerie d'Emilia possono anche rimanerci, basta non dover sganciare soldi da dare in beneficenza, in soccorso, in aiuto secondo i dettami del ben noto amor cristiano. Fratelli di nome, ma non di fatto. Sorelle d'anima ma senza portafoglio. Il Ratzinger che qualcuno si ostina ancora a chiamare Papa prega per le care vittime, che il Signore le abbia in gloria. Auspica rapide ricostruzioni, ma non pensa agli appartamenti della povera gente ed alle aziende, ma alle volte delle chiese crollate. Adesso che incombono le dichiarazioni dei redditi sarebbe naturale aspettarsi una totale devoluzione dell 8x1000 per le zone terremotate. Magari la vendita di qualche palazzo dell'Opus Dei che ne ha tanti. Così vorrebbe il Dio d'amore. Ma Dio sta nei cieli e non batte moneta nell'eurozona. A lui non serve, e alla Chiesa teoricamente nemmeno. Teoricamente. Come ogni suo predecessore Ratzinger gongola nell'oro, accumula ricchezze come è trapelato dal furto dei documenti segreti. Il Papa ha tatuato sul cuore il potere temporale e non lo molla. Si stringe nelle sue vesti di Capo della Chiesa come scudo contro i principi del cattolicesimo che incarna. Poi prende un calice d'oro e ci beve dentro il sangue di Cristo. 

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