mercoledì 4 aprile 2018

Youtube Challenge: inalare un preservativo per un like

La sfida del momento è infilarsi un preservativo nel naso e farlo uscire dalla bocca. Ovviamente filmandosi per postare l'impresa su youtube. Lo scopo? Avere dei like, nuovi followers, diventare virale ed illudersi di avere un posto nella società moderna.  
Le sfide Youtube, i cosiddetti Challenge, sono una moda che dura ormai da anni e che coinvolge migliaia di giovani in tutto il mondo. Sono idee assurde, spesso molto pericolose e per questo accattivanti. Bisogna avere coraggio, essere dei tipi tosti per partecipare, anche a rischio della propria salute o della vita.
L'ultima ad avere una grande cassa di risonanza, dopo quella di masticare ed ingoiare pastiglie di detersivo per il bucato, gira sul web già dal 2013, ma in questi mesi è balzata in testa alle classifiche delle sfide più ambite da postare su Youtube.
Poche e semplici le istruzioni:
1: comprare un preservativo
2: srotolarlo
3: infilarsi la parte finale in una narice
4: tapparsi l'altra narice con un dito
5: iniziare a risucchiare il preservativo nel naso
6: quando comincia a scendere nella gola afferrarlo e tirarlo fuori dalla bocca
7: evitare di vomitare.
Il punto 8 è una mia aggiunta: prendere un appuntamento con uno psichiatra, ma uno bravo!

Una persona sana di mente si rende subito conto della pericolosità di questo gioco. Il profilattico può incastrarsi nella gola e portare a soffocamento. Se ingerito invece, può finire nei polmoni, provocare lacerazioni al tratto gastro-intestinale e portare addirittura alla morte.
Negli Stati Uniti i report di allarme per la pratica di questa sfida indicano che ci sono già stati 152 casi di infezioni, intossicazione per allergie al latex, peritonite ed interventi d'urgenza per eliminare il preservativo dall'intestino.
Eppure ci sono siti che definiscono tutto questo allarmismo, isteria, panico indotto per un gioco innocente e i giovani non aspettano altro che ascoltare una voce che li sostenga, che critichi e condanni chi definisce questi challenges come follia, indizio di un grave problema sociale.
Basta fare una ricerca su Google con le parole chiave "snorting condom" per ottenere decine di immagini pubblicate nelle ultime 24 ore, il che significa che il challenge è attivo più che mai.

Più se ne parla più la cosa prende campo. In questo preciso momento, a causa del mio post, qualche ragazzino potrebbe essere davanti ad una telecamera con un durex alla fragola infilato su per il naso. Io dovrei dirgli che ha sbagliato posto, e che avrebbe dovuto metterselo sulla testa, perchè uno che fa una cosa del genere è proprio una testa di cazzo. Ma non sarebbe politically correct e dovrei chiedere venia per la mia insolenza.
Quello che però mi domando è: a chi vengono queste idee? Queste genialate che brillano di luce propria? Sono davvero solo i giovani ad inventarsi le sfide o c'è dietro un meccanismo perverso, guidato dalla mano di qualche adulto, che favorisce la diffusione virale di questi contenuti e che manipola le menti di ragazzi soffocati dall'angosciante necessità di ricevere dei like ed essere popolari? Chi ha creato e chi contribuisce a gonfiare un mondo virtuale in cui i ragazzini perdono se stessi alla ricerca del proprio alter ego artificiale che vive in rete?
Dove sono i genitori che non si accorgono del disagio dei propri figli? Perchè tutti noi siamo stati ribelli ad un certo punto della nostra crescita, tutti abbiamo desiderato fare l'esatto contrario di quello che ci veniva detto dagli adulti, dai professori, da madri e padri, ma non avevamo la cassa di risonanza di internet. Non avevamo gli smartphone con cui filmare qualunque cosa. Dovevamo accontentarci di raccontare la bravata ai compagni di scuola, o magari fare qualcosa di oltraggioso tutti insieme, tipo suonare a tutti gli interni di un citofono e scappare via. Lo so, qualcuno ha fatto anche di peggio, ma almeno non andava in giro con un preservativo su per il naso.  Molti avrebbero dovuto usarlo per non prendersi l'Aids, ma questa è un'altra storia. 

Quindi, se volete sentirvi social, ingoiate un cucchiaio intero di cannella senza vomitare, provate a tenere in mano un cubetto di ghiaccio e sale grosso finchè la pelle non si ulcera e sanguina, datevi fuoco a un braccio coperto di alcool e cercate di spegnere le fiamme prima di ustionarvi troppo, sgargarozzatevi un litro di sprite in meno di un minuto ed ingoiate per dessert una capsula per il bucato. Poi, come houdini, estraete dalla gola un bel preservativo. 

Oppure chiedetevi cosa possiamo fare per porre un freno alla deriva di una gioventù che presto diventerà il futuro di questo pianeta.


Bitcoin Code: la truffa che sfrutta il nome di Elon Musk

La truffa Bitcoin Code non conosce vergogna. 
Nonostante le numerose segnalazioni che avvisano gli utenti internet di non cadere nella truffa del programma automatico di profitti Bitcoin Code, il loro sito è attivo più che mai. Si sono moltiplicate le pubblicità a pagamento sui social come Facebook e Instagram, in cui si dice che Elon Musk avrebbe addirittura investito 550 milioni di dollari per sviluppare ulteriormente la loro piattaforma, e che sarebbe ormai pronto a lasciare la guida di Tesla e Space x per lavorare a tempo pieno su questa nuova visionaria iniziativa. Chi se ne frega del progetto di mandare la gente su Marte, o di avere una macchina Tesla in orbita, che trasmette in streaming dallo spazio! Elon ci vede lungo, Elon investe in Bitcoin Code. Davvero? Ma per favore!
Lo scopo di Stefano Savarese, volto italiano del Bitcoin Code? Ridistribuire la ricchezza mondiale, togliere dalle mani avide dei multi milionari il denaro in eccesso e darlo ai poveri investitori, che con un deposito iniziale di appena 250 $ potranno vedere il loro capitale raggiungere quote astronomiche in pochi giorni. 



13 mila euro sono garantiti in 24 ore. Sissignori, garantiti. 
Basta iscriversi, inviare il proprio deposito ed aspettare che dei bot super sofisticati facciano trading tra le centinaia di cripto valute. Si può stare comodamente seduti sul divano a guardare telefilm o la Vita in diretta, mentre i proprio soldi lievitano meglio di un dolce farcito di Pane Angeli!
In realtà, una volta inviato il denaro, la dashboard con i dati del proprio conto verrà gonfiata in maniera fittizia, dando l'illusione di aver guadagnato davvero! Entusiasmo, perepepè e stappare subito una bottiglia di champagne, o di barolo della Lidl se non si ha niente di meglio sottomano. 
In fondo il Bitcoin code è stato creato per la gente comune, che non sa assolutamente niente di investimenti e cripto valute, e che generalmente si affida ai consigli della De Filippi o della Prova del Cuoco per fare la spesa o gestire le problematiche della vita quotidiana. 
A quel punto, convinti di aver un bel gruzzoletto da riscuotere, si chiede il trasferimento della cifra guadagnata dalla piattaforma al contocorrente . 
E qui casca l'asino. Transazione non abilitata. Problemi di connessione. Telefonate dal broker con sede in Albania o Bulgaria che dice: no, siamo spiacenti, al momento non può ritirare il suo denaro. Serve un certo numero di transazioni, il sistema è sovraccarico e la rava e la fava.
Morale: soldi persi.
Inutile fare denuncia alla Polizia postale o cercare di richiedere indietro la transazione al proprio provider di carta di credito o alla banca in caso di bonifico. I soldi saranno già in qualche paradiso fiscale con il finto Savarese in costume e ciabatte a bere Pina Colada sparapanzato su una spiaggia di sabbia purissima, mentre il truffato rosica e si imbottisce di gaviscon e xanax, a seconda dell'ammontare di soldi buttati.
Anche solo registrarsi al sito senza depositare nulla si trasforma in un incubo: i call center di Bitcoin Code non mollano l'osso facilmente e perseguitano le persone con decine di telefonate per indurle ad investire. Non si riesce nemmeno a cancellare l'account.
E se si dà anche solo un'occhiata alla pagina e poi si esce senza registrarti compare un bel pop up minaccioso in cui si dice: ehi, sei un cretino, hai fatto l'errore più grande della tua vita. Povero idiota, potevi far piangere di invidia Zio Paperone e invece te ne vai così, con le tasche bucate piene di tarli. 
OK, le parole non sono proprio testuali, ma il concetto è quello.

Morale della favola: le truffe sono sempre dietro l'angolo e la fama di Bitcoin induce molti sprovveduti a sognare i soldi facili. Ma il mercato delle cripto valute non è per tutti e di certo non è un generatore automatico di profitti.
Uomo avvisato, mezzo salvato!

domenica 25 febbraio 2018

Trip Advisor: il mio ristorante chiuso da un anno ha vinto un certificato di eccellenza

Come fa un ristorante chiuso da un anno a ricevere il certificato di eccellenza di Trip Advisor? Ho aperto l'email oggi e ho trovato la seguente comunicazione:
Peccato che il mio ristorante sia chiuso dal 31 Ottobre 2016.
Davvero fiera di ricevere un bel riconoscimento dato a caso, per far credere alla gente che Trip Advisor, col suo bel fatturato annuo di 2 miliardi di dollari, sia una cosa seria.
Negli anni di attività ricevevo ogni settimana delle offerte per recensioni a pagamento, buone o cattive. Si partiva da 250 euro per 15 recensioni in un mese, fino ad arrivare a 600 euro per l'affarone: abbonamento annuale con oltre 150 positive.
Volendo c'era l'altra parte della medaglia, quella che ti comunicavano al telefono chiamando, generalmente, intorno all'una o alle otto, mentre stavi spadellando in cucina come un dannato, la cameriera volava in sala portando piatti, il sommelier stappava bottiglie e il primo derelitto che aveva un attimo di tempo faceva i caffè e lavava i piatti. Una normale serata in un locale di provincia insomma.
Ti chiamavano e tu dovevi riattaccare cortesemente, senza insultarli come dei cani come avresti voluto, bofonchiando un "sì sì" quando dicevano che avrebbero ritelefonato il giorno dopo ad un'ora più consona. Così alle 11 squillava il telefono e ti offrivano il lato oscuro: le recensioni negative per i tuoi concorrenti!
Noi non abbiamo mai aderito a questo servizio per due motivi: la cosa ci dava il voltastomaco e non ne avevamo bisogno. Qualcuno invece non la pensava così nei nostri confronti, perciò qualche recensione negativa senza fondamento l'abbiamo ottenuta, sia su Trip Advisor che su Google. Vi metto la foto dello screen shot dell'ultima, alla quale ho risposto forse poco cortesemente, ma non ho potuto farne a meno. Per un minimo di orgoglio sottolineo che le 3 stellette sono dovute al fatto che molte persone ce ne abbiano data una sola per comunicare che la struttura è chiusa.
Ma gli anni sono passati da quando facevo la cuoca nella mia cucina e ho scoperto che le cose sono peggiorate notevolmente.
Ci sono siti come http://www.cinqueuro.com, in cui per 5 euro si possono acquistare recensioni, like su facebook, instagram, qualunque cosa. Un singolo usa il suo profilo per guadagnare scrivendo frottole, bugie, cagate, nullità su internet, riempiendo la rete di falsità inimmaginabili. Di cosa ci si può fidare ormai, se chiunque può dare il proprio parere a pagamento su mezzi elettronici in grado di raggiungere in un attimo milioni di persone?
Prima di avere l'attività usavo Trip Advisor, scrivevo le mie recensioni su ristoranti e alberghi, ma ormai ho smesso.
A qualcuno di voi è mai capitato di scegliere per cena un locale super raccomandato e mangiare cartone condito, quando andava bene? A me sì, e il cartone non era nemmeno surgelato di pessima qualità, ma qualcosa che le mie viscere non hanno minimamento gradito, facendomelo notare per tutta la notte.
Quindi evviva l'ennesimo strumento dal bel potenziale mandato in vacca dal desiderio di profitto.
Andiamo al ristorante seguendo il passaparola, o fermiamoci dove vanno i camionisti, perchè, come si dice, se ci sono loro, si mangia bene.

venerdì 23 febbraio 2018

Libri più venduti: una youtuber in testa alle classifiche




Sono vecchia, la tecnologia mi ingoia e mi rigurgita senza pietà. Non riesco a stare al passo con i tempi, ma, in fondo, non so nemmeno perchè dovrei.


Oggi ho scoperto che il libro più venduto su Amazon, primo in classifica, è quello di una raggazzina di 15 anni, una youtuber di nome Iris Ferrari, che spopola sul web con centinaia di migliaia di followers.

La sua prima fatica letteraria si intitola "Una di voi", e ha venduto in sola prevendita oltre duemila copie.
"Sarà un fenomeno", ho pensato, così sono andata ad informarmi un po' e a guardare alcuni dei suoi mirifici video.


E lì ho capito che sì, sono vecchia, perchè se alla sua età mi fossi filmata in quel modo mia madre mi avrebbe mollato uno scapaccione biblico dicendomi di smettere di fare la stupida. Quando ballavo in camera mia, con la musica ad un volume accettabile, perchè ai vicini non interessavano i Duran Duran e guai ai vinti se solo avessero sentito due o tre note di Wild boys, c'era sempre l'ombra materna o paterna che passava davanti alla porta della mia camera, rigorosamente aperta, buttando dentro un occhio misto di disperazione, compatimento, sorrisetto trattenuto e sospirone annesso.

Invece la giovane Iris fa video a raffica, dicendo una marea di cose prive di senso, tagliando ogni due secondi perchè evidentemente non è in grado di dire tre parole di fila senza impappinarsi. E poi balla, muovendo la bocca a ritmo della musica, che manco Heather Parisi strafatta di crack farebbe così pena.
Ho scoperto quindi che esiste una App che si chiama musical.ly, dove la gente si filma mentre mima le parole delle canzoni, dei film, di qualunque cosa. 



Fa sketch pseudo comici, va in onda dal vivo mentre si lancia in mare dalle scogliere o va al supermercato. Milioni di followers, cuoricini di apprezzamento e visualizzazioni. Milioni.



Così a 15 anni ottieni un contratto editoriale, inizi a fare eventi in piccoli posti, che non conosce nessuno, tipo Piazza Duomo a Milano, diventi ricco famoso, scrivi un best seller e credi di essere già arrivato nella vita. Cavalchi l'onda della moda, finchè ti porta a riva, allora occhio a non spiaggiarti, perchè è un attimo sprofondare dalla prima posizione su Amazon alla centomilionesima e ritrovarsi con la sabbia fra i denti.

Questa società senza contenuti, basata sull'apparenza, sulle faccine divertenti su youtube, sulle fote del profilo Instagram e gli Snapchat in macchina, dove ci porterà?
I ragazzini non mostrano rispetto per niente e nessuno: è normale dire al mondo che si odia la scuola, i propri insegnanti, che questo fa schifo e che palle quest'altro. 
Solo a scrivere queste cose sento bruciare la punta dell'orecchio, un riflesso condizionato dal passato per la sberla con anello che avrei ricevuto da mia madre! "Guai a te se dici certe cose sai! Ti lavo la bocca col sapone se ci provi di nuovo" avrebbe aggiunto mio padre.
Invece no, Iris odia la scuola e gli insegnanti e lo dice in rete a milioni di persone.
Dieci consigli per essere come Iris, così si intitola uno dei suoi video con più visualizzazioni. Decine e decine di commenti. 
Lei ci balla sopra, ma poi qualcuno che non ha i suoi stessi followers, vorrebbe la sua fama ed è incazzato come una biscia per questo, prende un coltello e apre la faccia alla professoressa. Questa è la verità, l'altro lato della medaglia social.
Come detto, io ormai sono vecchia per queste cose. Preferisco riascoltare il disco dei Duran Duran, magari in vinile, leggendo un buon libro sul divano con in mano un bicchiere di wiskhey, più facilmente di coca cola, e ricordare l'innocenza dei miei quindici anni, quando il futuro era ancora un mistero ricco di potenziale, da scoprire giorno per giorno guardando dalla finestra e non attraverso lo schermo di un telefonino.

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