mercoledì 16 febbraio 2011

Il Festival dell’orrore

Raccapricciante.
Il Mabasta parte subito, zac, senza aspettare. Perché la puntata inaugurale del festival di Sanremo è stata davvero inguardabile.
Gianni Morandi, in giacca di paillettes caccaro-chic, era un po’ confuso: invece della 61esima edizione del festival era convinto di dover presentare quella del 1961.
Tutto era perfettamente in stile: i siparietti, le battute, le facce, lo scambio dei fustini di detersivo.
Una parata di cariatidi degna dell’era glaciale, una riga di cantanti senza voce ma tanti lifting, un palco circense di mostri di cera.
Qualche nome? Usciti dalla naftalina hanno rivisto la luce Battiato, Patty Pravo, Vecchioni, Anna Oxa e l’immancabile Albano.
Patty, vestita da Madame Tussauds, ha sussurrato per metà canzone e più o meno cantato nel ritornello. Vecchioni, sempre coi soliti jeans e giacca, ha fatto una specie di rap lento, visto che praticamente recitava le strofe invece che intonarle. La Oxa, così liftata  da aver bisogno di capelli simil rasta per coprire l’attaccatura alla Mary Shelley, ha tirato una stecca tale da far sembrare intonata una gallina mentre le girano il collo.
E poi lui, Albano. Albano e Amanda. Sulla voce niente da dire, sempre forte e limpida. Ma la canzone, ma dai, mabasta.  Un mix di musica marocchina e Mary Poppins: la vecchietta è sempre laggiù, dona dona due penny anche tu. Non so, la parte classica me la ricordava.
Spendo anche una parola per una vera e propria perla: il twist di Morandi e la Canalis, con lei che sculettava e lui che come un bradipo rantolava a suon di musica.
A-l-l-u-c-i-n-a-n-t-e
Le due bellone a momenti cadono dalla scala, la Canalis è inciampata e Belen si guardava fissa i piedi lenta come una formica storpia, mentre l’altra rischiava di trascinarla nell’abisso. Almeno erano eleganti e non dei mega troioni.
Al loro arrivo la sala, in stato comatoso per le palle mostruose che si stava facendo con le canzoni, si è improvvisamente risvegliata. I maschi gridavano come dei pazzi: brave, belle, ah gnoccheee. E per un attimo, visto il clima politico di questi giorni, ero quasi certa che qualcuno si sarebbe alzato e come Fantozzi si sarebbe dato ad espressioni di denuncia sociale urlando: W la fica!
Invece no.
E ad ogni stacco pubblicitario si ricominciava con le note di c’era un grande prato verde.
Ma non gliel’ha detto nessuno a Morandi che su quel cazzo di prato ci han fatto un parcheggio?



1 commento:

  1. io ho seguito il festival fino all'arrivo delle due "artiste" ....almeno hanno goduto gli occhi ........le canzoni mah ! i cantanti...mah! il presentatore....che vada a comprarsi il latte ci aggiunga un pò di miele e si dia malato....meglio per lui e per tutti !!

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