lunedì 14 febbraio 2011

Lettera all'amore

Amore, questo è il tuo momento.
E’ San Valentino oggi e tutti parlano di te.
Io invece voglio parlare con te.
Sai, Amore, tu sei il sogno degli adolescenti, la sicurezza degli adulti, la chimera sempre inseguita.
Ma sei anche illusione, disillusione, dolore grande e piccolo insieme. Sei gemello di solitudine, antagonista di odio, venerato nella fede.
Tu porti sorrisi e mille pianti, spogli il desiderio e lo rendi passione, poi però lo spegni e lasci la vergogna.
Puoi rendere pazzi, folli questi innamorati. Folli gli uomini rimasti da soli.
Sai, Amore, in fondo sei un gran bastardo.
Ti proponi agli occhi del pubblico tutto rosa, tra cuoricini rossi e cioccolatini dal gusto sopraffino. Ti pubblicizzi così nella festa degli innamorati.
Fai desiderare che le favole esistano e soprattutto si realizzino. Come per Biancaneve e Cenerentola, come per le famiglie del mulino bianco, che non litigano mai.
Ma quando alla fine arrivi, e prima o poi arrivi sempre, porti con te un mare di guai, un oceano di casini, una galassia di nervosismo, un universo intero di lotte quotidiane per la tua sopravvivenza.
Così da sogno diventi paziente, cronico ammalato della vita.
Bisogna curarti, ogni giorno, ogni ora: somministrarti flebo da litri di pazienza, antibiotici  a cassettate di compromessi, iniezioni costanti di amor proprio negato.
Perché se no tu muori.
A San Valentino ci si ama e ci si fa i regali, ma tutti gli altri giorni?
Tu boccheggi, comatoso.
Perché non ti limiti alle coppie, tu sei infinito.
Sei lo spirito di tutti i popoli, senza distinzioni di razza o credo, sei nell’amicizia vera, che ci rende indispensabili gli uni per gli altri nonostante tutto, sei nella giovinezza che porta per mano la vecchiaia, sei tutti gli animali del mondo e i mari, e i monti, e le foreste sconfinate che baciano i deserti.
E per chi ci crede, oh amore, sei anche Dio.
Allora perché, dimmi, non riusciamo a guardarci negli occhi ed accorgerci che sei noi?
Perché abbiamo bisogno di un giorno all’anno che ci ricordi che ci puoi rendere felici?
Piangi adesso? Non volevo offenderti, credimi.
Solo, così, mi domandavo.
Dai, non ti intristire, non scolorire proprio ora, ho toccato un tasto dolente, certo,  ma non importa, sai.
Non importa perché c’è chi crede in te, amore, e chi ti cura ogni giorno.
Guarda me per esempio, come ti tiro su, con questo folle amore che nutro per te, e che oggi regalo a tutti quelli che mi leggeranno.
Vi voglio bene: uno ad uno vi ho negli occhi in questo momento, e voi sapete chi siete.
Vicini, lontani, vivi o morti non importa, che vi conosca oppure no, vi voglio bene.
Ciao amore, grazie di esistere
Tua Jele

8 commenti:

  1. bello....mi hai piangere :)

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  2. Grazie Laura...semplicemente meraviglioso! Dany

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  3. Toccante e poetica come solo una grande scrittrice sa essere.
    Baci

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  4. L'Amore risponde, contento,
    consapevolo di non essere un evento.
    Resta con te, ammirevole
    di esser Sentimento.
    Resterà con te per un Tempo infinito.
    Non sarà mai debole
    perché tu Lo hai capito.

    (Furius Placidus m.)

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  5. Laura, quanto di te e di noi...............Annalisa

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  6. fa parte della vita ed è quello che mi tiene in vita...il resto è democraticamente interpretabile e condivisibile...

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  7. E chi meglio di Khalil Gibran lo ha descritto!
    ...quando l' amore vi chiama, seguitelo.
    Anche se le sue vie sono dure e scoscese.
    e quando le sue ali vi avvolgeranno, affidatevi a lui.
    Anche se la sua lama, nascosta tra le piume vi può ferire.
    E quando vi parla, abbiate fede in lui,
    Anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino.
    Poiché l'amore come vi incorona così vi crocefigge.
    E come vi fa fiorire così vi reciderà.
    Come sale alla vostra sommità e accarezza i più teneri rami che fremono al sole, così scenderà alle vostre radici e le scuoterà fin dove si avvinghiano alla terra.
    Come covoni di grano vi accoglie in sé.
    Vi batte finché non sarete spogli.
    Vi staccia per liberarvi dai gusci.
    Vi macina per farvi neve.
    Vi lavora come pasta fin quando non siate cedevoli.
    Tutto questo compie in voi l'amore, affinché possiate conoscere i segreti del vostro cuore e in questa conoscenza farvi frammento del cuore della vita.
    Ma se per paura cercherete nell'amore unicamente la pace e il piacere,
    Allora meglio sarà per voi coprire la vostra nudità e uscire dall'aia dell'amore,
    Nel mondo senza stagioni, dove riderete ma non tutto il vostro riso e piangerete, ma non tutte le vostre lacrime.
    L'amore non da nulla fuorché sé stesso e non attinge che da se stesso.
    E non crediate di guidare l'amore, perché se vi ritiene degni è lui che vi guida.
    L'amore non vuole che compiersi.
    Ma se amate e se è inevitabile che abbiate desideri, i vostri desideri hanno da essere questi:
    Dissolversi e imitare lo scorrere del ruscello che canta la sua melodia nella notte.
    Conoscere la pena di troppa tenerezza.
    Essere trafitti dalla vostra stessa comprensione d'amore,
    E sanguinare condiscendenti e gioiosi.
    Destarsi all'alba con cuore alato e rendere grazie per un altro giorno d'amore;
    Riposare nell'ora del meriggio e meditare sull'estasi d'amore;
    Grati, rincasare la sera;
    E addormentarsi con una preghiera in cuore per l'amato e un canto di lode sulle labbra.

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  8. Caro Marco, grazie di cuore per il tuo commento. adoro Gibran. Spero che un giorno anche le mie parole, quelle dei miei romanzi, possano arrivare a toccare lo spirito delle persone, e lasciare un seme che il destino possa far germogliare, come meglio desideri. Gibran in questo è un mago. Alla prossima

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