venerdì 22 aprile 2011

I titoli ad effetto hanno tutti choc

Cari mabastini, questo è un post piccolo piccolo, un mabasta che mi vien su ogni volta che nelle testate giornalistiche online trovo articoli con sempre lo stesso titolo. La chiave del successo, secondo gli autori, sarebbe l'inserimento della parola choc. 
Oggi ben due in prima pagina su leggo:  le foto choc dell'autopsia di Michael Jackson in aula e il video choc dal sudafrica, mentre l'altro giorno c'era  Gwyneth paltrow choc, perchè ha detto che le piace bere e mangiare. Manifesti choc sul corriere, insulti choc alla Concia,  e su Repubblica di nuovo il video shock del sudafrica, ma almeno questa volta hanno avuto la decenza di scriverlo correttamente.
Sì perchè choc non significa certo scioccante, al massimo può essere un'abbreviazione inglese di chocolate, cioccolato. Ma in effetti forse il senso è proprio questo, perchè il lettore si deve ingurgitare tavolette intere di cioccolata per tirarsi su il morale dopo aver visto la qualità dei pezzi pubblicati. Dove sono finiti i giornalisti? Che fine ha fatto l'uso della lingua italiana? E i congiuntivi, quegli illustri sconosciuti? Titoli tutti uguali, pezzi in carta copiativa senza un minimo di personalità, di stile. Un giornalismo senz'anima che farebbe rivoltare nella tomba tanti nomi illustri, come Buzzati e Montanelli, che scrivevano da dio, indipendentemente da qualunque altro giudizio di merito su opinioni o schieramenti. Sono certa che se leggessero i quotidiani di oggi, cartacei od elettronici, ne avrebbero uno shock. Scusate, choc.

2 commenti:

  1. Si scrive un tanto al chilo in un mondo minimale, di consonante e di vocale, dove trittonghi, dieresi e apòcope sono malattie.
    E' l'elettroshock (o choc) della Lingua.
    m.

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  2. Choc è la parola francese originale la cui grafia è stata storpiata dagli inglesi in shock.
    Essendo passata ormai nell'uso, quest'ultima grafia è considerata corretta per la lingua inglese. Ma, lo ripeto, la parola originale è choc, francese.
    Ignoranti.

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