domenica 30 gennaio 2011

Lato passeggero nella tempesta

Se c'è una cosa che funziona in Italia sono le previsioni del tempo.
L'avevano detto, gli scrutatori di cieli e correnti, domani neve a bassa quota. Quanto bassa, però non so se se l'immaginavano.
Non come negli anni 80 che ti facevano vedere una cartina piena di strisce, l'alta e la bassa pressione, e poi per capire che tempo faceva bisognava aprire le finestre e guardare in su!
Ormai ci acchiappano, non come gli inglesi, che sono i maghi delle previsioni, ma se la cavano.
E infatti neve è stata...e che neve...
Una tempesta così non la vedevo da quando sono andata in Canada a fotografare gli orsi polari!
Seduta lato passeggero mi godevo, in un'ansia trapanante, il viaggio di ritorno dall'amata seconda casa. Un incubo.
Giù dal Giovo Ligure le macchine incolonnate andavano a 2 all'ora, sbandando allegramente chi a destra, chi a sinistra, mentre dal cielo lanciavano torte a due piani di neve, che quando colpivano il parabrezza sembravano mazzate di titani. Spatapaff, e sul vetro si spandeva un unico, enorme, fantasma gelato.
Beh a Varazze smetterà, mi dicevo, mentre le lenzuola dei giganti volteggiavano nell'aria depositandosi, impazienti, su macchine ed asfalto.
Ma l'autostrada sarà pulita, sostenevo tra me e me, mentre le ruote giravano su quintali di granita all'orzata spalmata per terra.
E visto che la benzina non era tanta ci siamo fermati all'autogrill. Osservavo diminuire l'intensità del fenomeno artico quando d'un tratto un unico, enorme, fiocco di neve mi ha completamente oscurato la vista. Cadevano polli di polistirolo surgelato dal cielo notturno, mentre la luce del lampo squassava il caleidoscopico buio bianco e nero. Lampi e neve, mai vista una cosa simile.
A dire il vero inquietante come un presagio un po' sinstro, che ti fischia nell'orecchio ma lo confondi con il vento e non ci pensi più.
E parlando di vento, verso Voltri si volava: le macchine venivano letteralmente spostate dalle raffiche di sbadigli celesti, i paletti del restringimento carreggiata erano enormi pupazzi di neve coi denti catarifrangenti, uno scenario da film in Siberia e fantasy di serie b.
Alla fine però, come potete vedere, sono arrivata a casa sana e salva.
Genova va a dormire sotto una densa pioggerellina, fine e fitta, di acqua e neve.
Forse domani sarà tutto bianco.

1 commento:

  1. Cara Laura, complimenti per il bellissimo scritto,mi sono sentita anch'io parte di quel paesaggio da fiaba.
    Laura Bernardini.

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