domenica 23 gennaio 2011

Il Genoa di sempre

Ahimè, questo ma basta è molto accorato.
E' fatto di quella inspiegabile sofferenza che contorce le budella quando c'è di mezzo il calcio.
E' insano, lo so, insensato, eh lo so, ma mi consola il fatto di non essere l'unica in Italia ad avere una simil tara nel dna, quella che trasforma l'essere umano in tifoso.
Il senso profuso di fastidio che provo adesso è molto comune, fin familiare tra quelli della mia razza: i Genoani.
Non possiamo farci niente, c'è questo grifone che abbiamo nel petto, che ci inorgoglisce e riempie di amore, ma che, nella maggior parte dei casi, ci provoca sofferenze e scazzo indicibili.
In fondo è colpa nostra, in questi ultimi anni ci siamo dimenticati chi siamo veramente: quelli che navigano in fondo alla classifica tentando di non sprofondare.
Quelli che hanno 11 balenghi in campo e gli sembran degli eroi, anche se troppo spesso giocano come brocchi!
Insomma, siamo alle solite, si sente odore di vecchi tempi, ci si ricorda quel pomeriggio a Firenze in curva Fiesole, sotto la pioggia incessante, col bandierone fradicio appiccicato alla faccia che non faceva vedere la partita, e quei rigori tirati alla cazzo che ci hanno condannati.
Si sente puzza di serie B.
E il fatto che i cuginastri non sian messi molto meglio non tira neanche su il morale più di tanto: ci sono due derby da giocare e due possibili figuracce, dure, troppo dure da ingoiare.
Sei stato via a lungo e non siamo più abituati, comunque BENTORNATO VECCHIO GRIFONE!

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