lunedì 23 maggio 2011

Nessun rispetto per Stefano Cucchi

Io adesso sono proprio stufa. Non ne posso più mabastini, ve lo assicuro. 
Oggi sono andata su giornalettismo. com in cerca di qualche bel mabasta da scrivere, ed è stata sufficiente la foto in prima pagina per farmi venire un giramento di palle senza eguali. All'inizio non ero nemmeno sicura di cosa stessi guardando, se si trattasse di un'immagine tratta da un telefilm in stile CSI o che cosa. Ho dovuto guardare bene per rendermi conto che si trattava di una foto del corpo di Stefano Cucchi scattata dopo l'autopsia. Sicuramente ha scopo di prova, ma chi l'ha messa rete? E non è l'unica, ce ne sono diverse, con varie angolazioni.
Come saprete tutti la morte di Cucchi ha suscitato sdegno e polemiche in quanto si imputa alle percosse subite dal ragazzo dopo l'arresto. Le dinamiche, le colpe, non sono chiare nè tantomeno accertate, eppure qualcuno si è permesso di diffondere la foto del cadavere. Il giovane sembra un alieno, irriconoscibile, con i segni evidenti del lavoro del medico legale.
Ma perchè? Che bisogno c'è di creare sensazionalismo ad ogni costo? 
Non c'è rispetto nella vita come nella morte. Non c'è più limite alla cosiddetta informazione, nel nome del giornalismo ad ogni costo, ed anche del voyerismo. Perchè se certi siti e giornali pubblicano le immagini cruente di morti, mutilati, picchiati, sventrati e più c'è sangue meglio è, vuol dire che è quello che l'utente vuole vedere. Altrimenti non lo farebbero.
Allora mi domando cosa spinga l'uomo a simile morbosità, a vedere i dettagli cruenti, come nelle scene dei telefilm come CSI, la famosa scena del crimine, e di tutti quelli che ne seguono il format. Ne avevo già parlato qualche giorno fa per la morte del ciclista Weylandt.
Il punto è che questa è la vita vera e non finzione. Quel corpo devastato era una persona, con sentimenti, parenti ed amici che gli volevano bene. Indipendentemente dai giudizi su quello che faceva o come lo faceva, perchè ognuno è libero di agire come vuole, secondo i propri valori, e non sta a noi criticare e condannare.
Che dolore proverà la madre di Cucchi sapendo che la foto del figlio morto gira su internet insieme alle notizie del calcio o dei primi topless sulle spiagge? 
Basta, per favore.

2 commenti:

  1. hai ragione è una vergogna, ma come dici tu quello non è giornalismo... quella è morbosa necrofilia e tutti sappiamo che è una malattia cerebrale... ora dipende se lo è il giornalista o il lettore..... poco importa... lo schifo è lo stesso

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  2. Laura, la societa' e' malata e noi la formiamo, anticamente l'uomo sfogava certe pruderie coi cosidetti "ceti", tizio e' cornuto....caia e' una zoccola...sempronio e' un ladro etc etc, posso sbagliare ma dietro questo c'e' il voler sopraffare e giudicare l'altro e poco importa se vivo o morto, al solo scopo di vedere i propri errori come marachelle da neonato.
    Trasmettere certe immagini o trasmissioni e' pura e semplice istigazione....un mabasta dal profondo dello stomaco!
    Annalisa

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