giovedì 12 maggio 2011

L'Enel allunga mani di devastazione sulla Patagonia



Ci sono post che mi sgorgano dal cuore come un fiume in piena, reazioni istintive che mi fanno formicolare la pelle come se mi fossi scottate sotto un sole iroso. Mi crescere dentro quella voglia di gridare Mabasta, mista ad una nausea crescente di sdegno e ribellione. Perché ti incazzi così, direte voi? Beh sapete tutti che io sono anche una fotografa naturalista, e che ho visto una bella fetta di mondo da dietro un grandangolo. Un po’ di anni fa ho fissato in immagini e memoria un luogo meraviglioso, con foreste incantate, mai toccate dall’uomo.
La Patagonia.
E’ arrivato l’annuncio che la Patagonia Cilena verrà deturpata da 6 dighe nei prossimi 12 anni. Diventerà un cantiere a cielo aperto, per sfruttare la forza dei fiumi nella produzione di energia elettrica. E l’Enel fa parte della cordata di ladri che ruberanno per sempre al mondo un Paradiso naturale. 5600 ettari di foreste distrutti,  6 mila torri alte 70 metri per la trasmissione dell’energia. 

Il Cile ha bisogno di sostenere la sua rapida crescita, ma questa crescita è davvero più importante della loro stessa Terra? Impossibile non prevedere un impatto rovinoso sul turismo. Chi ha voglia di andare a vedere una Terra del Fuoco cablata come il centro di Manhattan? Il senso di mistero, di magia, di primordiale eredità svanirà a colpi di megawatt.
Ci sono animali a forte rischio estinzione in Patagonia: che ne sarà del leone di montagna, lo schivo coguaro? E il condor continuerà a passare o resterà fulminato dai fili elettrici che non ha mai conosciuto in migliaia e migliaia di anni di esistenza? Il guanaco soffrirà di energia statica? Col pelo ispido tutto all’insù? E i leoni di mare, le balene, le orche non risentiranno della massiccia dose di frequenze estranee che incideranno sulla loro percezione dei campi magnetici, mettendo in pericolo il loro senso dell’orientamento?  Chi vorrà fare foto al Rio Salto, con una gigantesca diga sullo sfondo?
La ditta HydroAysen cerca di convincere i locali con somme di denaro, per sostenere le piccole comunità che, guarda caso, sorgono proprio in mezzo alle zone interessate dal progetto di devastazione. Ma i cileni non ci stanno, il 61% di loro ha detto di non volere la realizzazione delle dighe e delle torri. Sarà la Commissione Ambiente Nazionale a decidere sulla definitiva fattibilità, e speriamo che le mazzette non raggiungano anche loro.

In Cile tira un vento che ti porta via, ci sono deserti al nord dove si potrebbero mettere campi di pannelli solari, quindi perché rovinare ben 5 parchi nazionali? E l’Enel? Fare schifezze qui da noi non basta, bisogna andare a incasinare anche all’estero.
Schifo e vergogna.
Guardate un po’ le foto di cosa vogliono deturpare!
Mi auguro di cuore che qualcuno dica no.

2 commenti:

  1. ho attraversato quei posti per arrivare al Cerro Torre, una delle montagne più famose e leggendarie del Pianeta.
    Un obelisco di puro granito e ghiaccio che si innalza verticale per più di due chilometri da terra, pareti infinite di granito ricoperto di ghiaccio, in una delle zone più tempestose del mondo. Si calcola che al Cerro Torre il maltempo colpisca per oltre trecento giorni all'anno di media, spesso con tempeste inaspettate, violentissime, che portano valanghe di neve e ghiaccio e venti da uragano. Siamo in fondo alla Patagonia, le temperature possono raggiungere rapidamente i trenta gradi sotto zero.
    Potesse quel vento e quella temperatura spazzare via quei ladri maledetti... per sempre.

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  2. Hai ragione!!!
    Che i cileni vadano a dormire con le galline!!!
    Abbasso l'energia elettrica!

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