lunedì 23 maggio 2011

Le bustine medicinali appetibili sanno di cerume di uak

Io odio prendere le bustine. 
Che siano medicinali od omeopatiche semplicemente non le sopporto. Eppure ogni tanto capita di averne bisogno. Tragedia ed incubo. Vorrei sapere chi sono i dementi cerebrolesi che le producono. Li vorrei conoscere uno ad uno per riempirli di insulti.
Appetibili. Le definiscono così.
Ma dai, che puntualmente appena il cervello elabora i dati del gusto parte un conato che è un tornado di nausea. Le più comuni, che tutti abbiamo preso almeno una volta, sono quelle all’arancio. Ahh il Fluimicil! Come mi piaceva da bambina: quando avevo una tosse cavernosa con grumi di catarro bronchiale grossi come pomodori, la mia mamma mi scioglieva nell’acqua una bella bustina che per magia diventava arancione e sapeva di agrume, o così mi sembrava. Era l’unico che riuscissi a prendere. Avete ingurgitato del Fluimicil recentemente? A parte il fatto che adesso diventa rosa fosforescente, e già mi inquieta, e che odora di arancio e cera per pavimenti, ha un gusto indefinibile di schifo molto dolce. Poi ci sono quelle con retrogusto alla menta, menta forte, menta fredda, menta marcia, secondo me, nella maggior parte dei casi. Quando ti fa male qualcosa, hai l’artrite, il torcicollo, i reumatismi ti sgargarozzi sto beverone biancastro che sembra orzata ma ti lascia sulla lingua un sapore metallico come se avessi leccato le serpentine della lavatrice piene di calcare! Che poi, la stessa lingua, devi per forza passarla più volte su un cucchiaio pieno di Nutella per mascherare lo schifo. Il che  non si può negare sia un brivido di piacere, basta dimenticarsi di guardarsi il giro vita.  
Ed infine le più immonde: quelle per la costipazione! Queste meraviglie dovrebbero avere il potere di farti fare tonnellate di cacca , cagare come un cinghiale rendendoti felice, perché di solito si prendono quando, per qualche inspiegabile motivo, hai l’intestino annodato  come quei palloncini per fare gli animali. Non passa nulla. E per evitare spiacevoli reazioni e stermini di massa il sostegno della bustina sembra indispensabile. Vriiip, la apri e subito un odore di farro tritato si insinua tra le narici, insieme ad una sensazione di caramella sciolta nella tasca dei jeans. Giri l’acquetta col tuo bel cucchiaino per delle ore, finchè le chiazze scure si unificano in un mirifico fluido marrone. E poi bevi. Subito ti assale la sensazione di esserti appena abbeverato ad un vespasiano e poi, quando una patina oleosa ti avviluppa le papille gustative, rendendole inutilizzabili per sempre, ecco il gran finale, quel retrogusto di merda di topo, di sputo di lama, di cerume di uak. Una tanica di benzina per darsi fuoco all’ugola non c’è mai quando serve. Ed io non ho nemmeno la protezione delle tonsille, un piccolo scudo contro la fogna liquida.
Dicono che siano appetibili. 
Beh, come si dice a Genova, se ti piace la merda è un boccone da re. A chi ghe piase….A me no!

1 commento:

  1. Eh eh mi sto rotolando dalle risate.
    Il palato fine spesso è un dono ma talvolta una maledizione ;)

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