domenica 29 gennaio 2012

Stefano Cucchi, il pestaggio dei commenti

Voglio parlare di nuovo di Stefano Cucchi. Lo faccio perchè mi hanno colpito i commenti all'ultima notizia riguardante la sua morte. La difesa del ragazzo mostra nuove foto e porta in aula una perizia di parte che dimostra, inequivocabilmente, che Cucchi è morto in seguito a 40 lesioni, di cui molte sono traumi da difesa dovuti alle percosse subite in carcere. La sorella sostiene che molte delle immagini scattate come prova del pestaggio non siano state nemmeno portate in tribunale, pur essendo chiare e pertinenti. Parla di una volontà di ritenere quelle ferite lievi soltanto perchè chi le ha inferte portava una divisa. Ovviamente non sappiamo cosa sia realmente successo, ma una cosa è certa: questo caso agita notevolmente gli animi. Ci sono commenti pesantissimi del tipo ben gli sta, un drogato di meno. Oppure: non facciamo gli ipocriti, vendeva la morte ha trovato la morte, rip. Uno ha scritto: Aaaaahhhhhhhh.....che è tuthankamon per favore mi vien da vomitare, sottolineando il fatto che la foto del volto tumefatto di Cucchi campeggia a tutta pagina (e in questo caso proprio torto non ha, vedi Mabasta nessun rispetto per Stefano Cucchi ). C'è chi insulta la sorella Ilaria, dicendole di smettere di fare la figa cercando di spillare soldi sfruttando il cadavere di suo fratello. E questo è il tono di molti post. Ma quelli a difesa del morto, quelli che inneggiano alla giustizia per tutti, alla pari dignità di ciascun essere umano non sono da meno, perchè si scagliano con grande violenza contro i provocatori. Che succedesse a tuo figlio, dice uno. Sei un pezzo di merda schifoso, rincara un altro. SIETE UNA MANICA DI STUPIDI ED IGNORANTI BIGOTTI SENZA CUORE !!!!!!!! grida tutto in stampatello il johnny78 di turno, mentre cikka dice soltanto merdaaaaaaaaa!!!!!! infame!!!!!! E allora io mi chiedo da dove venga tanta rabbia, tanto odio che si attacca a qualunque cosa pur di esplodere. Gli uni e gli altri rasentano l'inverosimile. Commentano, commentano e non capiscono che anche loro, in modo diverso, si stanno ammazzando di botte.

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