Alzi la mano chi non si è mai svaccato sul divano, in preda a pessimismo cosmico, fastidio, depressione o semplicemente per godersi un bel film con una vasca di patatine fritte in una mano ed un bidone di coca cola o birra nell'altra. Perchè è una di quelle cose che ti fa godere e dimenticare per un attimo le sfighe, le brutte giornate al lavoro e le cose che non vanno. Ti metti lì, ti ungi le dita trangugiando chips e poi te le lecchi sonoramente quando sono troppo oleose per maneggiare il telecomando durante la pubblicità. C'è chi ama le San Carlo e chi solo le Amica Chips. Ed è di questi giorni la notizia che fa parlare il web secondo cui la ditta produttrice dell'Amica Chips potrebbe chiudere e trasferirsi all'estero. Questo perchè nel delirio di tassazione il junk food, ossia il cibo spazzatura, non sano, che ci piace tanto, verrebbe tartassato e spremuto fino all'osso, riducendo sotto lo zero i guadagni. Alfredo Moratti, titolare dell'azienda, ha rivelato in un'intervista al Giornale che la tassa sul cibo non sano gli costa 1 euro per ogni chilo di patatine prodotte. 75mila euro al giorno. Per rispetto non mi metto nemmeno a fargli i conti in tasca. Fallimento assicurato. Con un costo del lavoro impossibile e un fisco così esoso non ci sono speranze di ripresa. Il Governo ci vuole togliere proprio tutto, nulla è lasciato che dia conforto. Perchè con simili costi di produzione le patatine dovrebbero essere vendute a 30 euro al pacchetto! Basta, fine dei vizi e dei conforti alimentari. Stop alle endorfine al cervello. Dobbiamo essere smunti, tristi, magri e depressi. Vestiti di stracci. Pronti al suicidio. Ma per questo, per troppi, è bastata Equitalia.
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