venerdì 13 gennaio 2012

Piccioni viaggiatori più affidabili delle Poste Italiane

E' successo di nuovo, l'ennesima raccomandata da andare a ritirare all'ufficio postale. 
Io odio andare alla Posta, perchè spostano continuamente la sede di zona, ci sono code chilometriche, addetti cerebrolesi e casini a non finire. Ruminando tra me e me una sfilata di improperi parto alla volta della nuova destinazione, dove non sono mai stata. Ufficio di Via Spalato, che senza il navigatore non avrei mai trovato. Perchè su un pezzo dritto dritto ad un tratto la voce metallica della mia signorina GPS ha detto: "tra..100..metri...svoltare...stretto..ad. est ( sì perchè non sa dire destra, ed usa lunghe pause tra una parola e l'altra). Non avrei mai capito di dover svoltare stretto a destra senza di lei, perciò svolto in una strada in salita strettissima e mollo la macchina in super divieto davanti alla posta. La mia buona stella ha fatto sì che miracolosamente non ci fosse nessuno, forse perchè sapeva quanto mi sarei arrabbiata a breve e ha avuto pietà. Entro. Una gioviale signora rubiconda mi accoglie, le do la ricevuta e la osservo eclissarsi fra gli scaffali. Non vedendola riemergere per 5 minuti deduco che non riesca a trovare la mia lettera, che, per inciso, riguardavi atti giudiziari, quindi importantina. Sudata come se avesse appena fatto una maratona arriva con la fatidica busta, consegno il documento e la splendida impiegata passa il codice a barre davanti all'apposita macchinetta per registrare la notifica. E sbianca. Subito dopo diventa paonazza. "Non me la prende, strano..." Io mi sento colare dal naso guai e comincio a sospirare. "Secondo lei perchè non passa?" mi chiede come se io potessi darle una risposta logica. Eccerto, io e le procedure postali siamo così. "Sembra che sia già stata notificata!" Ecco, lo sapevo che c'era merda in arrivo. "Aspetti che chiedo alla mia collega." Così acchiappa per un braccio una tizia che passa lì vicino e le spiega che un'altra collega deve aver fatto un pasticcio, notificato i miei atti giudiziari a qualcun'altro dicei giorni prima e poi corretto col bianchetto la data del pasticcio. La nausea mi assale insieme ad un intenso desiderio di gridare Mabasta! L'esperta conferma l'errore, e muovendo una mano come per dire chi se ne frega esclama: ma sì fa lo stesso, dagliela! "C'è un altro problema" insiste quella con la lettera in mano: "La busta è stata aperta!" "Ma no, queste notifiche sono così!" A quel punto esplodo come un pozzo petrolifero della Bp e faccio fuoco: "Eh come no, sono atti giudiziari, potrebbe richiedere una mia azione a 30 giorni dalla notifica e non ho intenzione di perderne 10 perchè voi fate casino!" La biondona sudata diventa ancora più viola e sussurra. "Ma smettila, è stata aperta.Vado dal direttore" e io le grido dietro: "Sistemate o faccio una strage!" Eh sì, ormai non ho più peli sulla lingua, sono stufa. Ricapitolo: hanno dato la mia raccomandata contenente atti giudiziari ad un'altra persona, che per fortuna, accorgendosi di non essere me ha avuto la pietà di riportare indietro la lettera. La busta, quindi, è stata aperta da uno sconosciuto che si è fatto una saccata di fatti miei, suo malgrado. E la Posta voleva far finta di niente, come se dieci giorni di notifica in meno fossero bazzecole. Alla fine hanno risolto con un timbro ed una dichiarazione scritta sulla busta. L'atto era una semplice comunicazione della Camera di Commercio, quindi nessun problema, ma se non lo fosse stato? E poi comunque è il principio. Possibile che chi lavora non usi il cervello? Che non ponga attenzione a quello che fa? E che i nostri diritti vengano ridotti a barzellette per l'incompetenza e la disorganizzazione di uno degli enti principali dello stato? I piccioni viaggiatori sono più sicuri: al massimo, se ti va di sfiga, ti fanno la cacca sulla busta.

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