L’imu è un furto, una rapina indecente, una mossa politica dai risvolti devastanti. La seconda rata cade a ridosso del Natale ed è il doppio o il triplo della prima. I consumi crollano, la crescita economica diventa sempre più una chimera dalla risata isterica. Dicono che sia per il bene del Paese, per risanare i conti pubblici e far ripartire le industrie. L’unico modo per uscire dalla crisi. Solo un deficiente cerebroleso può credere che sia vero. Anche il più povero, il più ignorante, il meno interessato del mondo alle vicende nazionali si rende conto che si dovrebbe fare l’esatto opposto.
Tagli agli stipendi assurdi di
parlamentari, senatori a vita ultraottantenni, pensionati d’oro da rottamare, ecco da dove bisognerebbe
partire. Gente come Andreotti o la Montalcini hanno già le bare foderate di
banconote da 500 euro, non gliene servono altre. I pannoloni, il kukident e le
batterie di ricambio per l’amplifon non sono così care da giustificare ancora
una pensione da parlamentari. E lo stesso vale per Napolitano, che in scadenza
di mandato ha pensato bene di farsi aumentare lo stipendio di 8835 euro. Ma
cosa te ne fai? Perché non dare
l’esempio e dire no grazie, non mi servono, il paese non può permetterselo? Vergogna! E’ sempre la
solita canzone, la nenia funebre dell’Italia che parla di auto blu, voli di
stato, presenza alla prima della scala e viaggi inutili in giro per il mondo,
nell’era di internet in cui basta un clic per aprire una video conferenza con
qualcuno all’altro capo del globo.
L’austerity vale solo per noi. Le imprese
affondano sotto i colpi dell’iva e dell’inps, vanno alla deriva come i pezzi
del titanic dopo lo schianto con l’iceberg, lasciandosi dietro una fila di
cadaveri chiamati disoccupati e suicidi. E’ un cane che si morde la coda. Più
sale la pressione fiscale più la ripresa si blocca, aumenta la paura, un
sottomercato nero che cerca di aggirare le maglie della tassazione creando
maggior evasione. In qualche modo dovremmo pur difenderci.
Questo Natale la gente ha gli
occhi vitrei per l’ansia, le luci dell’albero sono spente per non spendere in
corrente, le case fredde per non accendere il riscaldamento, le tavole misere
perché i cenoni costano. Questa è la realtà nell’Italia di quella che fino a
pochi anni fa era la media borghesia, e che adesso è sull’orlo della povertà.
Niente gioia e tanti pacchetti colorati sotto l’albero. I commercianti tiran
giù le serrande per le feste ma non sanno se le riapriranno. I ristoratori
svuotano i frighi e non sanno se li riempiranno di nuovo.
Adesso c’è l’imu, poi la tarsu, e
aspettiamo la patrimoniale. Quanto può durare? Perché gli permettiamo di farci questo? Perché
lasciamo che espiantino i nostri organi di moribondi da trapiantare ad uno
Stato già cadavere? Nel momento in cui smetteremo di respirare perché avranno
tassato anche l’ossigeno cosa resterà? Una banda di disgraziati con le tasche
piene di soldi, oro, immobili intestati, che giocheranno a carte su un pianeta
desolato, tra di loro, senza più spettatori a cui fa pagare il biglietto di entrata
per il loro one man show. Perché non siamo capaci di ribellarci, di dire basta
e cambiare le cose? Ci vorrebbe una rivoluzione bianca, in cui ogni singolo
contribuente decidesse di non pagare le tasse, le multe, le cartelle di
Equitalia. Venite ad arrestarci tutti e 60 milioni se volete e se potete. Basta
tirar fuori soldi. Mi domando cosa potrebbe fare il governo davanti ad una
simile forma di protesta. Sono certa che potrebbe funzionare. Ma ci saranno dei
coraggiosi disposti a farlo, ad iniziare il tam tam mediatico per far crescere
l’idea ed il movimento “Io non pago?” Mentre mi interrogo su queste possibilità
faccio invia dal mio computer e con una
grande parolaccia mando alla banca il mio F24. Maledetta Imu.
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Saluti
Giuseppe